Ogni disco fisso, HDD (Hard Disk Drive) o SSD (Solid State Drive), ha una “scadenza” determinata da vari fattori. La durata media di un ottimo HDD -composto da parti meccaniche in movimento e soggette a usura- è all’incirca dieci anni; quella di un SSD -anche se non è facilmente quantificabile, in quanto dipende sostanzialmente da carico di lavoro e temperature a cui viene esposto- qualche anno di più. Ma l’infida verità è che, al di là di statistiche varie un SSD potrebbe durare appena 2 mesi e un HDD 15 anni… oppure viceversa! Questo perché, oltre a tener conto dei potenziali difetti di fabbrica che possono causare la morte prematura e improvvisa dello strumento, sono in agguato tutta una serie d’incidenti esterni in grado di danneggiare irrimediabilmente un disco: cadute, versamenti di liquidi, sovraccarichi di corrente, ecc. Il messaggio, quindi, è uno e inequivocabile: se ci tenete ai vostri dati, il backup va fatto sempre.

 

Che backup dovrei eseguire?

Esistono tre principali categorie di backup che variano a seconda della tipologia di dati che vogliamo salvaguardare.

  1. Backup completo: con questo metodo vengono salvati tutti i dati, le configurazioni, il sistema operativo e i programmi presenti nel computer. Il procedimento è molto lento, ma viene compiuto integralmente un’unica volta, cioè la prima.
  2. Backup differenziale: salva ad ogni sessione i dati modificati rispetto al primo backup. Processo di archiviazione lento, ripristino veloce.
  3. Backup incrementale: salva esclusivamente i dati modificati rispetto al backup incrementale precedente. La procedura, ovviamente, è molto più rapida se paragonata al completo e al differenziale. Tuttavia occorrerà l’intera serie dei backup incrementali precedenti per poter proseguire con il ripristino, che pertanto avverrà lentamente.

 

Dove fare il backup

I supporti dove stoccare i dati, invece, si dividono in due categorie.

  1. Supporti esterni e dedicati: DVD, chiavette USB, Server, NAS, dischi esterni, backup su nastro ecc. Per l’utente privato, nella maggior parte dei casi sarà sufficiente l’acquisto di un disco esterno USB su cui eseguire il backup tramite il sistema proprietario guidato di Windows. Per le aziende, invece, a causa della grande mole di dati da gestire, sarà consigliabile dotarsi di un Server o un NAS -Network Attached Storage: sistema a più dischi dotato di varie funzioni, tra cui archiviazione e condivisione dei contenuti sulla rete locale e di un software professionale dedicato al backup. Nel caso in cui l’impresa non possieda le competenze per realizzare autonomamente un piano di backup completo e sicuro, dovrà necessariamente rivolgersi a chi, oltre a fornirle il software, si occupi di gestirlo mediante personale esperto e certificato. Per verificare la bontà di un’offerta di prodotti e servizi backup, quindi, occorrerà accertarsi che il pacchetto comprenda costante monitoraggio in grado di garantire la buona riuscita dei processi, velocità di ripristino al passo con le più moderne esigenze e, infine, l’utilizzabilità di tutti i dati recuperati. I vantaggi che si godono impiegando supporti esterni e dedicati consistono in più fattori.
  2. Servizi di back up in Cloud: permettono la memorizzazione e la conservazione dei dati in rete all’interno di molteplici server virtuali ospitati su strutture di terze parti o server dedicati. Questi servizi sono a pagamento (solitamente a canone annuale) e per usufruirne è necessaria la connessione internet.