Anche quest’anno diamo un’occhiata alla curiosa classifica riguardante le peggiori password del 2018: pare che la “sinfonia” –rispetto ai dati 2017– non sia molto cambiata.
La fonte è sempre SplashData: la sua analisi si è basata su oltre cinque milioni di password trapelate su Internet quest’anno, su scala mondiale.
Stabili al primo e secondo posto le inossidabili “123456” e “password”, rimangono le password più popolari online nonché le peggiori da usare. A seguire ci sono poi le cosiddette estensioni, ossia altrettanto semplici sequenze di numeri quali “123456789”. Tra le new entry si trovano “111111”, “sunshine”, “princess”, “666666”, “654321” e “donald”. In linea di massima, ci si trova spesso a che fare con nomi riferiti a persone, alla cultura pop o cose casuali come “cookie” e “banana” o ancora anni o date di nascita e termini molto semplici come “test”.
Chi sono gli utenti che ricorrono a queste password?
Secondo SplashData, almeno il 10% delle persone ha utilizzato una delle 25 peggiori password della lista stilata in riferimento al 2018 e quasi il 3% ha utilizzato la password peggiore in assoluto almeno una volta. Ulteriore nota dolente: la maggior parte delle cinque milioni di password che sono state prese in considerazione da SplashData provenivano da utenti in Nord America ed Europa Occidentale.
E il GDPR?
L’entrata in vigore del GDPR, che ha portato con sé la necessità di un adeguamento dei criteri di sicurezza applicati nella protezione dei dati, compreso il ricorso a password “forti”, avrebbe, se non altro, dovuto far uscire gli utenti europei dai risultati dell’analisi di SplashData. Un campanello di allarme quindi che ci fa capire che in ambito di sicurezza c’è ancora molto da fare, partendo da un’azione semplice come la scelta di una password adeguata.